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Il fruscio secco della luce

Il fruscio secco della luce

Archivi Mensili: febbraio 2008

CONSIGLI PER IL DÌ DI FESTA

26 martedì Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Poesia

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Ecco un piccolo reperto archeologico che spero vi piacerà:

 

copertina_enza_scarangella.jpg

 

sóffiati i capelli con quel phon iroso

scarta ogni scorciatoia

mi raccomando, rifugiati nella nostalgia

impreca, è giusto, contro

gli inganni friabili che sorreggono

la faticosa inclinazione

di un mondo vivo per miracolo

 

affondando lo sguardo giù

tra i fumi e le perle d’umido

convocate sul pavimento

scovi un po’ di polvere scampata

all’enumerazione delle maledizioni

ma non avverti che scompare la voce

che finora s’affacciava sul paesaggio

scompare il sorriso che asciugava la pioggia

 

faresti forse meglio a contenere il respiro

nel limbo dello stomaco aspettando

provviste ed abbracci e anche

un uovo a sorpresa

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ESSEREPOSTPUNK

19 martedì Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Narrativa

≈ 5 commenti

Me ne rendo conto soltanto quando un attimo abbasso il volume dei giorni e sveglio i ricordi che assopiscono lungo il ciglio delle esasperazioni quotidiane. Esserepostpunk: forse una tipica sensazione per chi, già una ventina d’anni fa, ha accettato di vivere, di consolarsi della noia della provincia deprimente e devolvere le proprie forze alle panche unte delle piccole, sempre più sparute osterie borgatare. Ma io: sono arrivato quando già il punk si era dissolto e miscelato nell’ultima cartina, e mi sono abbronzato alla luce ciancicata delle cassette registrate da vinili sbreccati. Il massimo del lo-fi, il massimo dell’artigianalità della rabbia. Un ordigno fatto in casa, amorevolmente, senza cedimenti né diminuzioni di volume. Al limite, le palpebre che non stanno su quando, alle quattro del mattino, il vino non imbocca più la via della gola e credi sia meglio farsi una dormita con i Clash nelle cuffiette. Ma niente meno di questo.
Dopo quindici anni: the law won, la cresta si è spenta arrendendosi alla calvizie ed il velluto dei pantaloni accetta il rigore delle coste, morbide e vetero-comuniste, ma purtroppo maleodoranti di sconfitta. Resta solo la notte appenna accennata, quando ancora qualche conformista ubriaco di circostanza sgrulla le sue grida retoricamente dejà-enténdues. Soltanto l’ultimo pezzo, che mi seduce le orecchie dalla playlist estesa grazie al PC, un estraneo che accompagna per mano la mia insonnia e poi mi consiglia prudentemente di coricare ogni nostalgia ed aspettare rinnovate bufere.

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NELLA RARITÀ DELLE IDEE

19 martedì Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Poesia

≈ 1 Commento

Mi sembra giusto instaurare una tradizione. Credo nei piccoli riti quotidiani. Quindi, vi lascio quello che mi è scaturito ieri sera, durante l’incontro bisettimanale della Tribù dalle pupille ardenti, il gruppo di amanti della poesia che si riunisce a Macerata per discutere della propria esperienza del mondo attraverso le parole.

tribu_2008_4.jpg

L’argomento di questa volta era “I SENSI”. Naturalmente, non è che un abbozzo, c’è da lavorarci su, ma spero che vi piacerà:

ho conosciuto mani invecchiate
nell’intervallo di sfida
una tenda spessa che chiude
al giorno che frigola fuori
smarrito tra le dita il gusto
di delinearmi in luce
e nel buio delle onde residue
che incidono ancora la stanza
represso la rarità delle idee
nelle macchie degli occhi

…

no
respinto all’orlo
ogni scampolo
tagliato lungo il tratto
della cecità
sebbene la lacrima tenti
sulla strada pietrosa
discendente nell’ansia
boschiva di un sonno tremato
rapinato a colmo del vuoto

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FOSSE AGILE IL SALTO

16 sabato Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Poesia

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dovessi perdere l’angolo
d’allaccio all’asfalto
fosse rapido sfumare
nello specchio di nebbia
a fondo discesa

si presenterebbe
a lato d’occhio
il pericolo
che s’imbosca muto
nei perimetri ostili
di orti condominiali
a compagnia delle muffe
nei trucioli di tempo
che il giorno ci scarta

fosse agile il salto
in abbracci amplificati
in parole scrollate
dai termosifoni
un passo dietro l’altro
su intimi marciapiedi

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UN’OCCASIONE SPRECATA…

15 venerdì Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Discussione

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In questa giornata di M’illumino di meno, esco per un momento dal silenzio energetico per una piccola considerazione. La poesia spesso nasce nel buio, quando chiudiamo gli occhi e ci raccogliamo da terra, setacciando le parole per trovare l’espressione che meglio ci disegna. La poesia si nutre del buio, delle forze cieche che rovistano in fondo allo stomaco, di quella nota profonda che ci richiama a noi stessi, all’essenza primigenia di corpo ed energia vitale.
Il mondo però ha dimenticato il buio, lo temiamo sempre di più, non ne accettiamo il mistero, pensando che sia meglio, che sia meno inquietante dimenticare le luci accese in ogni stanza di casa, cosicché non si possa rimanere intrappolati dall’oscurità. Rischiando così però di non poter più girare l’interruttore, domani, quando tramonterà il respiro del pianeta.
Torno ad immergermi in questa vasca cieca, senza lampadine, che è la mia stanzetta. Per pensare con lentezza, senza ansie, con le persiane serrate che mi allontanino i lampioni. Spero che anche voi facciate lo stesso.

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IERI ALLA BIBLIOTECA FILELFICA SI PARLAVA DI… (1)

14 giovedì Feb 2008

Posted by Marco Di Pasquale in Critica, Discussione

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Ieri pomeriggio, alla Biblioteca Filelfica di Tolentino si è tenuto il secondo incontro del laboratorio “I libri per l’isola deserta – Abbracci di culture” in cui si è parlato di Neve, romanzo del premio Nobel turco Orhan Pamuk. Vista la scottante attualità dello spunto narrativo che dà il via al racconto (la protesta fino al suicidio delle studentesse universitarie turche che si rifiutano di togliere il velo per poter entrare all’università), il dibattito sul libro è stato acceso e vivace.

neve1.jpg

I numerosi partecipanti al gruppo di lettura critica hanno raccontato ognuno la propria esperienza del libro, sia sul piano della storia narrata che su quello dello stile narrativo complesso ed anche diverso dalla tipologia di scrittura cui siamo abituati. Pamuk infatti, dopo la sperimentazione di soluzioni narrative d’impianto naturalistico dei primi romanzi, abbraccia il canone postmodernista e ci dona proprio con Neve un esempio ben congegnato di ambiguo e raffinato miscuglio di realtà e fiction, attraverso una testimonianza cronografica dello svolgimento dei fatti (precisa al minuto) che cozza con la fissità esasperante e bellissima della neve che cade lenta, oppure grazie all’entrata in scena in prima persona del narratore Orhan (immagine riflessa dell’autore fin nei dettagli, eppure entità separata dallo stesso). Infine, e forse questo risulta l’espediente più “artificiale” e geniale del romanzo, il risibile colpo di Stato messo in atto da due noti attori, che nasce e muore sul palcoscenico durante due rappresentazioni teatrali, trasmesse alla TV per gli spettatori della storia.

Orhan Pamuk

Ma, oltre che di analisi del testo, si è discusso molto delle differenze e delle estreme somiglianze tra Islam e Cristianesimo, tra due modi esclusivi di vedere il mondo, tra due fedi perfette che non accettano né da una parte la colonizzazione e la degenerazione, né dall’altra una supposta infiltrazione nelle crepe di una credenza che ormai scricchiola. Pamuk nel libro ci racconta un islamismo catartico, che serve a chi si professi fedele ad Allah per sentirsi parte di un organismo, di una comunità, che spesso sconfina nell’orgoglio nazionalistico (infatti, Blu, uno dei personaggi principali del romanzo, rimprovera a Ka, il poeta protagonista e fulcro della narrazione, di essere non tanto un ateo, bensì un europeo, un amico degli occidentali che ad essi si è venduto e in tal modo snaturato). Infatti, il pericolo più temuto è rappresentato proprio dallo scivolamento nell’ateismo causato dalla concentrazione su desideri diversi da quello preminente di servire Allah (Kadife, la ragazza col velo, diviene infatti l’oggetto del desiderio di tutti nella sua veste di dono di Dio in terra, ma con la sua bellezza rischia di far sminuire quel riflesso della divinità che dovrebbe essere il suo maggior pregio).

Impossibile comunque raccontare tutti gli argomenti che sono stati toccati durante la chiacchierata volata via in un’ora e mezza senza che nessuno se ne sia accorto.

Dopo il successo di Neve, a Tolentino, il 12 Marzo, sempre alle 18.30, ci aspetta Digiunare, divorare di Anita Desai, notissima ed apprezzata scrittrice indiana, che spero vorrete leggere e venire a discuterne insieme a noi.

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Marco Di Pasquale




Prima o poi inserirò il mio curriculum vitae, anche se odio schedarmi. Mi piace molto di più parlare a braccio della mia vita, dei miei gusti, di tutto ciò cui non riesco a fare a meno. Piano piano riempirò questo ritaglio con qualche notizia. Intanto, potrete leggermi dentro le mie poesie...

ACCETTARE L’INVERNO


il fruscio secco della luce
attraversa ogni ramo
stormisce tra le ciglia
scantonando dietro le pupille
al bordo delle impressioni
un mattino inalato a fondo
raschia di tosse
le traiettorie sbieche
di cori natalizi a tangere la terra
che disfa sotto al gelo
brucia l’attesa in angoli di silenzio
dove accettare l’inverno

…

sulla strada rovina ogni proposito
nessun abside ad accogliere preghiere
volatili come foglie attardate
a stuzzicare il vento


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