Tag
biblioteca comunale rivosecchi, concorso letterario città di grottammare, Davide Nota, franca mancinelli, lettura, luigi socci, paolo volponi, poesie, renata morresi, tra le pagine e il mondo
Nelle puntate precedenti di Poesia Domani avevamo promesso di tornare a parlare di un’importante iniziativa letteraria marchigiana, il ″Premio Volponi”, ed oggi (ore 11.15 su Radio Domani) lo facciamo per un evento della rassegna che si terrà a Grottammare, alla Biblioteca Comunale ″Rivosecchi”, venerdì prossimo, 28 novembre, alle 21.00. Titolo della serata ″Tra le pagine e il mondo”, una serie tematica giunta alla sua quinta edizione ed inserita all’interno del ″Volponi”, in cui s’incontreranno, per rendere omaggio a Paolo Volponi e proseguire il suo lavoro di poeta dentro la società, quattro poeti che si definiscono ″vicini”, cioè sicuramente diversi nelle proprie scelte e soluzioni espressive ma accomunati dalla stessa volontà comunicativa, relazionale, da un’identico spirito analitico nei confronti della realtà in cui operano e di cui si propongono come ricostruttori di senso.
Dai quattro angoli delle Marche si riuniranno Franca Mancinelli, Renata Morresi, Davide Nota e Luigi Socci (di alcuni di loro già ci siamo occupati in questa rubrica) e proporranno una lettura e riflessione sulle proprie poesie, ognuno con la propria personalità, passando dallo humour gnoseologico all’intimismo panico, dalla vis barocca del pamphlet politico all’indagine degli oggetti, dei luoghi e della loro eco nella nostra fragile esperienza di esseri umani.
Per darvi un saggio di cosa potrete ascoltare venerdì, abbiamo scelto un breve testo della fanese Franca Mancinelli:
cucchiaio nel sonno, il corpo
raccoglie la notte. Si alzano sciami
sepolti nel petto, stendono
ali. Quanti animali migrano in noi
passandoci il cuore, sostando
nella piega dell’anca, tra i rami
delle costole, quanti
vorrebbero non essere noi,
non restare impigliati tra i nostri
contorni di umani.
La poesia può essere un dire che non vuole essere detto?
Un dire \infinito\ che non vuole il participio presente \detto\ che la attiva.
"Mi piace""Mi piace"
Il dire infinito o gerundio: dicendo – la costruzione del mondo si agglomera nel verso come il giorno che rapprende sul paesaggio in perpetua solidificazione – solo per la poesia resta fluida, si afferra ed è già altrove – il senso del mestiere di scrivere nel rincorrerla, sempre
"Mi piace""Mi piace"