Da sempre ma di più di recente, descrivere poesie è un’attitudine, una ruspa personalissima per la pigrizia di non armeggiare con i propri bulloni e pinze, spremendo da manufatti altrui un olio che nutre ingranaggi inediti, compiendo quell’incastro prezioso che per qualcuno è recensione, per me avvitamento di due progetti che parlano le loro distinte istruzioni di vivere con inflessione accomunabile.
Per commemorare l’apertura del cantiere ma anche per esortarmi a proseguire, ecco quel che si è edificato:
– Alessio Alessandrini, I congiurati del bosco
– Jacopo Curi, L’immagine accanto
– Antonio Bux, Terza persona interiore
– Marco Tufano, Granito e bauxite
– Annarita Zacchi, Utopie del corpo
– Angelo Scipioni, De renuntiatione
– Pasquale Pietro Del Giudice, Piste ulteriori per oggetti dirottati
E presto arriverà qualche altro mattone per costruire ponti di parole.
