Domenica pomeriggio, caldo ma ventilato, un prato che confina col lago, strumenti e microfoni, un uomo eccentrico con un ukulele e poi cinque poeti, non tutti fisicamente lì ma col cuore di sicuro, una fusione perfetta tra musica e versi, un pubblico dalle sdraio, dal prato, dalle carrozzine a motore, in piedi, tutti in concentrato ascolto, un messaggio appoggiato alla cassa spia che si fa concreto nelle mani che si stringono e poi battono e poi applaudono la certezza che l’incontro ci sia stato, che il patto di comunità si sia stretto e si solidificherà.
Certo, il seme diverrà fusto duraturo, le foglie ci daranno ombra e pace e la sicurezza di essere tanti e uniti e che nuovi incontri ci riuniranno.
