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Il fruscio secco della luce

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Archivi della categoria: La Tribù dalle pupille ardenti

POESIE DI TERRA – UNA FESTA ALLA BIBLIOTECA DELLA POESIA

20 venerdì Nov 2015

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Arti figurative, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia, Sei Nessuno Anche Tu?, Video poesia

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Dopo la pausa estiva, e dopo le intense giornate di confronto letterario di “Sei Nessuno Anche Tu?” e del “Licenze Poetiche Festival”, la Biblioteca della Poesia riapre le porte a tutti gli amici vecchi e nuovi e si ripropone come spazio condiviso nella città di Macerata e luogo che accoglie l’incontro di esperienze, idee, elaborazioni e visioni differenti tra loro ma legate dal comune denominatore del dialogo culturale.
Come ormai accade dall’inizio del 2014, la casa di terra nell’antico e suggestivo quartiere di Ficana rinnova il suo ruolo di residenza delle arti e chiede a tutti voi di divenire suoi abitanti, spiriti che testimoniano, con la propria presenza e con i frutti della propria sapienza, la passione per una cultura democratica e condivisa. Per questo il gruppo di Licenze Poetiche, anche per manifestare alla cittadinanza la vitalità di questo luogo concessoci fino a giugno del prossimo anno, ha pensato di organizzare, per sabato 28 novembre, a partire dalle 17, un pomeriggio di festa e invita voi, veri protagonisti, ad animare la Biblioteca con un piccolo dono: tutti sono invitati a partecipare portando un contributo poetico, letterario, artistico, performativo, ma anche enogastronomico: dolcetti, torte, focacce, vino… per festeggiare insieme e trasformare la Biblioteca della Poesia in una casa del pensiero e delle pratiche artistiche a disposizione di tutti.
Speriamo di avervi trasmesso il nostro entusiasmo ed aspettiamo le vostre adesioni! Potete scriverci all’indirizzo licenzepoetiche@gmail.com, sui nostri rispettivi profili Facebook oppure potete utilizzare i numeri 3495753241 – 3404193353 – 3393612113
Renata / Marco / Alessandro

Poesie di terra - Ficana

Poesie di terra – Ficana

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POESIA DOMANI N. 55

13 mercoledì Mag 2015

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Arti figurative, Chiacchiere da bar, Critica, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia, Poesia Domani, Politica, Storia

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Tag

alessandro seri, Alessio Alessandrini, andrea zanzotto, biblioteca della poesia, borgo ficana, claudia gentili, fabio orecchini, francesco savoretti, gionni di clemente, giovanna frene, laura corraducci, licenze poestiche festival, luana trapè, macerata, maggio, marcello la matina, marco di pasquale, maria lenti, nadia agustoni, renata morresi, teatro rebis, umanieventi, vydia editore

Ancora insieme per questa nuova puntata di mercoledì di Poesia Domani, come sempre alle 11.15 su Radio Domani. Per questa volta il consiglio poetico vi porta al Licenze Poetiche Festival, nota ed abituale rassegna di poesia nella primavera della città di Macerata. L’edizione di quest’anno, ormai la quattordicesima, come sempre organizzata dall’associazione Licenze Poetiche, vanta una ricchezza di appuntamenti e di ospiti davvero interessante, nonché una notevole diversificazione dei temi, spaziando dalla musica alla filosofia, dalla performance alla scrittura creativa in versi. Senza mai dimenticare uno sguardo particolare al territorio marchigiano, particolarmente fertile, come ben sappiamo, per la poesia.
Il primo evento c’è già stato ieri sera con il consueto incontro della bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti”, che quest’anno sta portando avanti il suo lavoro di riflessione e suggestione alla creatività su opere pittoriche del Rinascimento ed oltre; tuttavia il festival continua fino a domenica con moltissimi eventi di cui sotto riportiamo il programma. Vi diciamo solo che ogni appuntamento è ad ingresso gratuito e che, se volete ulteriori informazioni, potete scrivere all’indirizzo email licenzepoetiche@gmail.com

MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015

ore 21,30 SERATA POESIA MARCHE
con Alessio Alessandrini, Laura Corraducci e Maria Lenti
durante la serata verrà ricordato Luigi Di Ruscio
attraverso il video “Ritorni” di Luana Trapé
Biblioteca Comunale – Sala Castiglioni
Piazza Vittorio Veneto

GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015

ore 21,30 FILOSOFIA E POESIA. UN INCONTRO POSSIBILE
con Marcello La Matina e Renata Morresi
in collaborazione con Scuola popolare di filosofia
Sala Interna – Sferisterio
Piazza Nazzario Sauro

VENERDÌ 15 MAGGIO 2015

ore 15,30 convegno SE GLI OCCHI FIORISCONO
proposte di educazione creativa a un mondo nonviolento
in collaborazione con Teatro Rebis
aula magna della facoltà di Filosofia
Corso Garibaldi

ore 21,30 presentazione del libro
LETTERE DELLA FINE – Vydia Editore
di e con NADIA AGUSTONI
sul palco del Teatro Rebis
via Pernazoni 113 – Villa Potenza di Macerata

SABATO 16 MAGGIO 2015

ore 21,30 SEI NESSUNO ANCHE TU?
parlando di poesia con i poeti
GIOVANNA FRENE racconta Andrea Zanzotto
in collaborazione con UMANIEVENTI
Biblioteca della poesia – Borgo Ficana

DOMENICA 17 MAGGIO 2015

ore 17,00 BALLATA BEIRUT reading in musica
con Claudia Gentili, Francesco Savoretti
e Gionni Di Clemente
Biblioteca della poesia – Borgo Ficana

ore 18,00 TRILOGIA DEL MONDO MUTO Performance poetica
con FABIO ORECCHINI
Biblioteca della poesia – Borgo Ficana

Licenze Poetiche Festival XIV - maggio 2015

Licenze Poetiche Festival XIV – maggio 2015

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COME OMBRE NEI VETRI

17 sabato Mag 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Arti figurative, Chiacchiere da bar, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

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Tag

caravaggio, La Tribù dalle pupille ardenti, roma, san luigi dei francesi, vocazione di san matteo

La prima serata del Licenze Poetiche Festival di quest’anno ospita come sempre uno degli incontri della bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti”, e questo lunedì il tema della serata era uno dei miei dipinti preferiti, “La vocazione di San Matteo” di Caravaggio, ospitata nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Riflettendo su un Matteo Levi tutt’altro che sottomesso alla chiamata di Gesù, ho scritto questo:

perché nella luce la celia
del tuo dito mi acceca – eddai
che la colpa stringe il petto
di quelli chini e affumicati
come ombre nei vetri – affanculo
la tua pace, culla dei tremori
del ritmo di sesso e lucenti sete
io la barba mi illustro di cadute
truffo la lingua di chi santo muore
apro il sipario freddo della fine

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MANIFATTURE POETICHE N. 8

01 giovedì Mag 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Chiacchiere da bar, Critica, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

≈ 3 commenti

Tag

jacopo curi, macerata, manifatture poetiche, Poesia

Jacopo Curi, giovane maceratese, ottavo profilo di scrittore in versi delle Manifatture. Un’interessante promessa, un autore che, nonostante i prevedibili ed ammissibili riecheggiamenti di letture ed esperienze letterarie appartenenti al patrimonio comune, ha già trovato nella densità, nello scartamento improvviso, quasi imbronciato, nella malinconia stoica della riflessione, la sua linea direttiva, la sua stella polare.
Non manca inoltre una sfumatura di delicata ironia, o di virile sensibilità, nell’analisi al microscopio delle relazioni umane e dell’uomo con la sua esperienza di transito terreno, che si esplicita nella consapevolezza spesso tarda della asincronicità tra l’istante e la felicità che esso può provocare, incastrandoci in un perenne stato di nostalgica insoddisfazione.
Da tutto ciò che si è detto, risulta un dettato aspro, a sprazzi tortuoso, con interessanti immagini e simboli che non denotano tuttavia indulgenze musicali o compiacimenti iconografici, anzi rafforzano l’impeto riversato nella trasmissione del messaggio che Curi sembra impostare come principale, imprescindibile scopo della sua scrittura.

XY

L’altra vita che la cerosa prosopopea mai ci
restituì, chissà se li incontrammo già allora
i nostri egoismi, che mi sembra di conoscere
la natura ossea dei tuoi zigomi, dietro ogni
volta del paesaggio di casa tua dove c’è ancora
traccia delle genetiche da potersi riprodurre
le ife la vista gli ologrammi degl’incontri.

* * *

TABULA DEALBATA

I.
Comincia in medias res
e passa illesibile questo
inganno, questa delebile
corporeità psichica.

Freddi che tagliano
la maschera del viso
stagliano nette le facciate
spingendo fuori la realtà.

La colatura dei lampioni,
il riverbero intermittente
delle tv e non so come faccia
a reggersi l’intorno.

Uno stadio ulteriore o quello
precedente e dov’ero chissà
prima e dove
sto essendo poi…

II.
…ci sarebbe un altro dove
dove siamo accanto
quando abbiamo chiuso
i sensi e mancano passaggi.

La piega nella carne
infuturandoci a noi
mai presenti, sempre dopo,
eternamente in ritardo…

III.
…a riprendere la postazione
dietro gli occhi e pensare se
le cose che contano non sono
le nostre o sono solo le nostre.

[…]

Sfocio in una luce smerigliata:
ricordo esserci un clima,
un’ambientazione.
Ma…

…sarà poi successo?

* * *

SIMPOSIO

Dove sono nelle dimensioni
del mio cervello nell’illusione
ottica della sete dentro
il convivio della materia?

Sembra essere andata
come un disfacimento
per questa volta la vita
che certo non è la mia.

Questa inesauribile bellezza
straborda e rimandi e la felicità
è non focalizzare: il mondo stinge,
crocevia di esuli frammenti.

In possesso di quale corpo
ritrovarsi senza aver collezionato
odori inesprimibili storie ineffabili
senza prova che esista una memoria.

Ma ci sono meriggi mai passati
che sto rivivendo e dubito
se io sia in me o perpetuando ancora
qualche momento che non finisce

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MANIFATTURE POETICHE N. 7

16 mercoledì Apr 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Critica, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

≈ 2 commenti

Tag

La Tribù dalle pupille ardenti, manifatture poetiche, mauro barbetti

Siamo alla settima pagina di questo album degli scrittori in versi che, per diverse ragioni, frequentano Macerata. Uno di loro, Mauro Barbetti, è tra i partecipanti della bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti” e si colloca, si capisce leggendo i suoi testi, tra coloro che hanno fatto della riflessione un punto di stazione e di slancio contemporaneamente della propria poesia.
Un lavorio della mente che conduce i suoi versi, un’analisi diuturna che non si spegne neanche di fronte al sentimento, ma che anzi del sentimento si nutre, un sentimento che ispira il ragionamento. Anche la dimensione privata, umanamente personale, acquista un respiro di comune esperienza e condiviso destino che ci fa leggere tra le parole, cucite insieme da una sensibilità sonora e retorica attenta e minuziosa, una testimonianza lucida, a voce alta, o addirittura a volte ironica, che ci impone di guardarci nello specchio, di chiederci conto della nostra presenza qui ed ora, di decidere come salvare dalla dimenticanza quella collezione di momenti che chiamiamo vivere.

AMORE ALLA FINE DEL TEMPO

Ne convieni.
Ci si ritrova
per minimi pensieri
qui dove è tardi
per nuovi schemi
e il meridiano è già ieri.

Eri e sei
a te m’annoda
la vena al braccio
che ti preme contro a sera
lo sfilaccio d’affetto
che lieve approda
sebbene ancora insieme
ai silenzi riservati
di paludi stigie.

Vige tra noi
la stessa sintassi e struttura
le stesse pause
nei ritmi sonno-veglia
gli stessi passi
a rimbalzo di parete.
Non più i voli
non l’altura.
Solo eroica resistenza.

Presenza è la morte
che compare a volte
in un confronto privato
ove non può toglierci
che uno scampolo di tempo oltre
srotolato a definirsi altrove
non ciò che è già realizzato
o si porta a resoconto.

Affronto
il lento compiersi
ma tu sappi
che lieto è stato
il cammino con te
a me
che ho lasciato
un fagotto
nel portico di sotto
come a dirti
di non dimenticare.

* * *

LA STORIA E I SUOI MORTI

(di rimando)

che viene considerata
un processo circolare
così come la descrivono annali
dentro calendari e ricorrenze
che furono lasciati
sul tappeto devastato
al limite della Storia
così anonimi
dato che il sangue è senza voce
che ne sentimmo parlare
non come favola   no
se i fatti sopravvivono
se li trovi ripetuti
a scadenze ordinate
che sarebbero stati
magari a considerarli
per puro gioco di ipotesi
altri sviluppi e deviazioni della vita

 che continuano le stesse sequenze
dentro l’azzurrina evanescenza
proiettata sui muri di riflesso

(omissis compresi)

* * *

INTER(AF)FERENZA D’ONDA

Globalizzato o globulizzato
in plasma catodico
differenziarsi non è possibile
se dici     non dici      o come lo dici
lo stesso effetto sui pavimenti
e ciò che senti non è affetto
ma solo consuetudine e consolarsi
nel consumare la vita consumando
nel passare il tempo passando.
Ridursi a esistersi o assistersi.
Assimilarsi.

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FUGHE NEL FUORI

09 mercoledì Apr 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Chiacchiere da bar, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

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Tag

Adamo ed Eva, Cappella Brancacci, Casa di Terra, Ficana, Firenze, La Tribù dalle pupille ardenti, Licenze poetiche, Masaccio, Poesia, Santa Maria del Carmine

Prima sera di Tribù alla Casa di Terra di Ficana, di fresca inaugurazione, per scrivere grazie alle suggestoni e riflessioni derivanti dall’analisi, tecnico-artistica, simbolica, iconologica di un affresco fondamentale per lo sviluppo del Rinascimento fiorentino, “La cacciata di Adamo ed Eva” di Masaccio, ospitato dalla Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine. Elaborando l’immagine in una narrazione dinamica di sfiducia e orgoglio, io ho scritto questo:

dopo averci maneggiato
lungo le schiene di colpa
ci piegano destini in mano
mancina, a noi con un filo
di lama dentro che ferisce
da lungi, e le ginocchia
non trovano che fughe nel fuori
dove la salinità ci tiene in veglia
non potremo però mai sentirci canaglia

Masaccio - La cacciata di Adamo ed Eva

Masaccio – La cacciata di Adamo ed Eva

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Prima o poi inserirò il mio curriculum vitae, anche se odio schedarmi. Mi piace molto di più parlare a braccio della mia vita, dei miei gusti, di tutto ciò cui non riesco a fare a meno. Piano piano riempirò questo ritaglio con qualche notizia. Intanto, potrete leggermi dentro le mie poesie...

ACCETTARE L’INVERNO


il fruscio secco della luce
attraversa ogni ramo
stormisce tra le ciglia
scantonando dietro le pupille
al bordo delle impressioni
un mattino inalato a fondo
raschia di tosse
le traiettorie sbieche
di cori natalizi a tangere la terra
che disfa sotto al gelo
brucia l’attesa in angoli di silenzio
dove accettare l’inverno

…

sulla strada rovina ogni proposito
nessun abside ad accogliere preghiere
volatili come foglie attardate
a stuzzicare il vento


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