dal sommo delle colline all’abisso
delle marine quel nastro di strada
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STRINGE IL PACCO
04 mercoledì Nov 2020
Posted Diario minimo, Poesia, Politica, Viaggi e ricordi
in04 mercoledì Nov 2020
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indal sommo delle colline all’abisso
delle marine quel nastro di strada
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09 sabato Mar 2019
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in23 lunedì Lug 2018
Posted Poesia, Viaggi e ricordi
inè il terzo trillo: scatti e attacchi
gli occhi al mare di metallo che brulica
risalendo fino al sole che accusa Continua a leggere
11 lunedì Set 2017
Posted letture, Poesia, traduzione, Viaggi e ricordi
inSettembre porta i frutti delle stagioni calde e degli incontri fervidi, pieni di parole e idee. Riprendiamo le attività con la versione di un testo indirizzatomi dal grande poeta catalano Jordi Valls Pozo, amico conosciuto al Festival della Poesia di Bucarest, con cui lo stesso ritmo di pensiero ed emozione ha intessuto un rapporto di speculare comprensione. Vi propongo quindi questa prosa, dal tema molto vicino all’Italia, che lui mi ha inviato in catalano e spagnolo, ed io ho cercato di rendere al meglio possibile in italiano:
SILVIO
Després de la lluita grecorromana el van abduir els alienígenes, com que no sabien ben bé que fer-ne, el van dipositar al magatzem de la nau i el van aparellar amb tota mena d’éssers interplanetaris. Farts de suportar les ensucrades melodies d’un incomprensible enyor terrícola, el van retornar, vint segles més tard, al seu lloc d’origen. En poc temps es va espavilar en el nou medi, tot beneïnt el progrés material en estimar el fracàs de la fraternitat humana com un mal menor. A la lluita grecorromana el què millor es desentortolliga és qui fa la última clau. I canta, seductor, sentint la sirena llençant-se al mar des de la roca, atrapada a la gola de vellut del milhomes. En aquest món de mones el més llest s’emporta l’oli.
*
Después de la lucha grecorromana los alienigenas lo abducieron, como no sabían que hacer con él, lo depositaron al almacen de la nave y lo aparejaron con toda especie de seres interplanetarios. Hartos de soportar las empalagosas melodías de una incomprensible añoranza terrícola, lo retornaron, veinte siglos más tarde, a su lugar de origen. En poco tiempo se aclimató al nuevo medio, bendiciendo el progreso material al valorar el fracaso de la fraternidad humana como un mal menor. A la lucha grecorromana el que mejor se desata del otro es quien hace la última llave. Y canta, seductor, sintiendo la sirena lanzarse al mar desde la roca, atrapada en la garganta de terciopelo de macho alfa. En este mundo de simios el más listo se lleva el botín.
*
Gli alieni lo catturarono dopo la lotta grecoromana, siccome non sapevano che farsene, lo depositarono nella stiva della navicella e lo accompagnarono ad ogni specie di esseri interplanetari. Stufi di sopportare le paludose melodie di un’incomprensibile nostalgia terricola, lo restituirono, venti secoli dopo, al suo habitat naturale. In breve tempo si acclimatò al nuovo mezzo, benedicendo il progresso materiale, nella stima del fracasso dell’umana fratellanza come male minore. Nella lotta grecoromana chi si divincola meglio dall’altro è chi fa la mossa vincente. Ed ora canta, da seduttore, sentendo la sirena gettarsi a mare dalla rupe, incatenata alla gola di velluto da maschio alfa. In questo mondo di scimmie la più svelta s’intasca il bottino.
12 sabato Dic 2015
Posted Appuntamenti, Diario minimo, Poesia, Viaggi e ricordi
inTag
caffellatte, Firenze, francesco gnot, marco simonelli, novella torre, Rino Cavasino, roberto r. corsi
Una bellissima esperienza quella dell’altra sera al Caffellatte di Firenze: un locale intimo, aperto ai poeti, che ha raccolto la nostra proposta di una lettura e condivisione di esperienza di convivenza con le poesie insieme a Novella Torre, Rino Cavasino, Roberto R. Corsi, Marco Simonelli e me. Sono stati trasmessi al pubblico attento e partecipe tanti testi diversi, per tono e tecnica, ma accomunati da una ricerca instancabile e in continuo mutamento di aderenza alla realtà, di comprensione del macro e microcontesto in cui viviamo, di accensione di qualche luce per schiarirci la visione. Tra le altre, io ho condiviso questa vecchia cosa:
LE MUSE HANNO FATTO I BAGAGLI
epoca impoetica questi giorni
solo rime baciate di piatti
adatti al lavello che non specchia
se non un rancore d’acciaio opaco
e persiste l’aria tossica di fritto
dritto tra le mani
su taccuini confusi
le muse hanno fatto i bagagli
ciondolano nell’atrio
scandagliando fossili di riviste
sotto la tazza umida di tè
di notte ancora incontro le dita
che mi spettinano i pensieri
basta rodere l’osso
Multireading al Caffellatte – 9 dicembre 2015
28 mercoledì Ott 2015
Posted Diario minimo, Fotografia, Poesia, Poesia Domani, Viaggi e ricordi
inOggi Poesia Domani arriva dall’Irlanda, terra di paesaggi selvaggi e desolati, contraddizioni forse solo apparenti e di un vitalismo incredibilmente commovente.
Inoltre è una terra di grandi poeti, tra cui mi piace ricordare William B. Yeats che, tra uno splendido scorcio e l’altro, mi ha suscitato questo:
L’AROMA SOLIDO
il tramonto si stende sullo stupore
che ci rapisce gli occhi fissando
la guancia screpolata del mare
inalare l’aroma solido di un cottage d’atlantico europeo ci rovista
lo stomaco senza ingolfi
su una pista lunga da costeggiare