Oggi si parla di libri a “Perigeo”, come sempre alle 18.15 su Radio Linea.
In una Teheran misteriosa e caotica, una ragazza: «la ragazza non sa che esattamente sette minuti e sette secondi dopo, al culmine degli scontri tra polizia, studenti e militanti nel Partito di Dio, sarà travolta nel caos delle cariche e delle fughe, cadrà all’indietro, batterà la testa su uno spigolo di cemento e chiuderà i suoi occhi orientali per sempre». Un’immagine tristemente attuale quella all’incipit di «Censura. Una storia d’amore iraniana», il romanzo di Shahriar Mandanipour, scrittore e critico cinematografico iraniano emigrato negli USA nel 2006, appena pubblicato da Rizzoli (pp. 370, € 19,50). Ed è diventato immediatamente un «caso letterario» anche a causa del metodo postmoderno usato dall’autore per interrogarsi su cosa significhi «narrare» in un Paese dove l’immaginazione può condurre alla galera. Il risultato è un romanzo che è contemporaneamente la storia di un amore segreto; la storia dello scrittore di quella storia costretto ad aggirare con mille compromessi l’inevitabile censura; e una riflessione sui possibili esiti della mescolanza tra arte e vita.
La trama: Dara vede Sara per la prima volta a una dimostrazione davanti all’università. Comincia a seguirla in biblioteca ma, siccome non può parlarle, escogita un sistema per mandarle messaggi cifrati attraverso i libri che la ragazza prende in prestito. Impossibilitati a incontrarsi in pubblico, Sara e Dara si danno appuntamento in luoghi affollati: un museo, un pronto soccorso. E mentre la loro storia d’amore si incendia senza consumarsi, l’autore che la racconta è costretto a misurarsi con la penna del censore che la passa al vaglio (molte frasi sono cancellate).
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