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Il fruscio secco della luce

Il fruscio secco della luce

Archivi tag: La Tribù dalle pupille ardenti

POESIA DOMANI N. 89

02 mercoledì Mar 2016

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Musica, Poesia, Poesia Domani

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Tag

associazione seblie, biblioteca della poesia, bottega di scrittura, caffè letterario novecento, fernando pessoa, Ficana, la balena bianca, La Tribù dalle pupille ardenti, libreria colibrì, macerata, massimo gezzi, milano, monteprandone, poesia e musica classica, vladimir denissenkov, yari bernasconi

Poesia Domani, con l’ingresso del mese di marzo, vi augura buon inizio di primavera (almeno metereologica), e come tutti i mercoledì vi porta notizie fresche sulle attività legate alla poesia in giro per l’Italia.
Per prima cosa, vi vogliamo informare che ieri sera è iniziata la tredicesima stagione della Bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti”, storico momento d’incontro a cadenza bisettimanale che si svolgerà di martedì alla Biblioteca della Poesia di Macerata fino al 17 maggio, e che quest’anno avrà come tema il rapporto tra poesia e musica classica.
Andandocene un po’ più a nord, e precisamente a Milano, troviamo un incontro molto interessante che si svolgerà sabato 5 marzo alle 17.30: alla libreria Colibrì i poeti Yari Bernasconi e Massimo Gezzi dialogheranno con i critici Martina Daraio e Paolo Giovannetti. Attraverso letture dei testi e discussioni a più voci, l’incontro si proporrà come una “visita guidata” nell’officina degli autori che attraverserà le maggiori problematiche della poesia contemporanea: quali stili ha ancora senso praticare? Cosa rimane da dire alla poesia? Come può “andare verso il pubblico”? La poesia è una “musica”? Questioni urgenti e condivise, pur nella specificità di ciascun percorso creativo.
A proposito di musica, dopo la conversazione con gli autori, il grande fisarmonicista e compositore russo Vladimir Denissenkov si esibirà in concerto. L’evento è promosso ed organizzato in collaborazione con la rivista di cultura militante «La Balena Bianca».
Domenica 6 marzo infine, sempre alle 17.30, ma di nuovo nelle Marche, a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, l’associazione culturale Seblie, insieme al locale Circolo Sociale Auser, organizza il quattordicesimo incontro del Caffè Letterario Novecento e dedica un pomeriggio ad uno dei più celebri scrittori europei del Novecento. Come dicono gli organizzatori, tra “un caffè tra amici, una lettura di poesie e due chiacchiere” si parlerà di Fernando Pessoa, l’esistenzialista portoghese che attraverso i suoi scritti ha riflettuto e messo in discussione gli aspetti più profondi della nostra vita.

Yari Bernasconi e Massimo Gezzi alla Colibrì

Yari Bernasconi e Massimo Gezzi alla Colibrì

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COME OMBRE NEI VETRI

17 sabato Mag 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Arti figurative, Chiacchiere da bar, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

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Tag

caravaggio, La Tribù dalle pupille ardenti, roma, san luigi dei francesi, vocazione di san matteo

La prima serata del Licenze Poetiche Festival di quest’anno ospita come sempre uno degli incontri della bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti”, e questo lunedì il tema della serata era uno dei miei dipinti preferiti, “La vocazione di San Matteo” di Caravaggio, ospitata nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Riflettendo su un Matteo Levi tutt’altro che sottomesso alla chiamata di Gesù, ho scritto questo:

perché nella luce la celia
del tuo dito mi acceca – eddai
che la colpa stringe il petto
di quelli chini e affumicati
come ombre nei vetri – affanculo
la tua pace, culla dei tremori
del ritmo di sesso e lucenti sete
io la barba mi illustro di cadute
truffo la lingua di chi santo muore
apro il sipario freddo della fine

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MANIFATTURE POETICHE N. 7

16 mercoledì Apr 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Critica, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

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Tag

La Tribù dalle pupille ardenti, manifatture poetiche, mauro barbetti

Siamo alla settima pagina di questo album degli scrittori in versi che, per diverse ragioni, frequentano Macerata. Uno di loro, Mauro Barbetti, è tra i partecipanti della bottega di scrittura “La Tribù dalle Pupille Ardenti” e si colloca, si capisce leggendo i suoi testi, tra coloro che hanno fatto della riflessione un punto di stazione e di slancio contemporaneamente della propria poesia.
Un lavorio della mente che conduce i suoi versi, un’analisi diuturna che non si spegne neanche di fronte al sentimento, ma che anzi del sentimento si nutre, un sentimento che ispira il ragionamento. Anche la dimensione privata, umanamente personale, acquista un respiro di comune esperienza e condiviso destino che ci fa leggere tra le parole, cucite insieme da una sensibilità sonora e retorica attenta e minuziosa, una testimonianza lucida, a voce alta, o addirittura a volte ironica, che ci impone di guardarci nello specchio, di chiederci conto della nostra presenza qui ed ora, di decidere come salvare dalla dimenticanza quella collezione di momenti che chiamiamo vivere.

AMORE ALLA FINE DEL TEMPO

Ne convieni.
Ci si ritrova
per minimi pensieri
qui dove è tardi
per nuovi schemi
e il meridiano è già ieri.

Eri e sei
a te m’annoda
la vena al braccio
che ti preme contro a sera
lo sfilaccio d’affetto
che lieve approda
sebbene ancora insieme
ai silenzi riservati
di paludi stigie.

Vige tra noi
la stessa sintassi e struttura
le stesse pause
nei ritmi sonno-veglia
gli stessi passi
a rimbalzo di parete.
Non più i voli
non l’altura.
Solo eroica resistenza.

Presenza è la morte
che compare a volte
in un confronto privato
ove non può toglierci
che uno scampolo di tempo oltre
srotolato a definirsi altrove
non ciò che è già realizzato
o si porta a resoconto.

Affronto
il lento compiersi
ma tu sappi
che lieto è stato
il cammino con te
a me
che ho lasciato
un fagotto
nel portico di sotto
come a dirti
di non dimenticare.

* * *

LA STORIA E I SUOI MORTI

(di rimando)

che viene considerata
un processo circolare
così come la descrivono annali
dentro calendari e ricorrenze
che furono lasciati
sul tappeto devastato
al limite della Storia
così anonimi
dato che il sangue è senza voce
che ne sentimmo parlare
non come favola   no
se i fatti sopravvivono
se li trovi ripetuti
a scadenze ordinate
che sarebbero stati
magari a considerarli
per puro gioco di ipotesi
altri sviluppi e deviazioni della vita

 che continuano le stesse sequenze
dentro l’azzurrina evanescenza
proiettata sui muri di riflesso

(omissis compresi)

* * *

INTER(AF)FERENZA D’ONDA

Globalizzato o globulizzato
in plasma catodico
differenziarsi non è possibile
se dici     non dici      o come lo dici
lo stesso effetto sui pavimenti
e ciò che senti non è affetto
ma solo consuetudine e consolarsi
nel consumare la vita consumando
nel passare il tempo passando.
Ridursi a esistersi o assistersi.
Assimilarsi.

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FUGHE NEL FUORI

09 mercoledì Apr 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Appuntamenti, Chiacchiere da bar, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

≈ 2 commenti

Tag

Adamo ed Eva, Cappella Brancacci, Casa di Terra, Ficana, Firenze, La Tribù dalle pupille ardenti, Licenze poetiche, Masaccio, Poesia, Santa Maria del Carmine

Prima sera di Tribù alla Casa di Terra di Ficana, di fresca inaugurazione, per scrivere grazie alle suggestoni e riflessioni derivanti dall’analisi, tecnico-artistica, simbolica, iconologica di un affresco fondamentale per lo sviluppo del Rinascimento fiorentino, “La cacciata di Adamo ed Eva” di Masaccio, ospitato dalla Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine. Elaborando l’immagine in una narrazione dinamica di sfiducia e orgoglio, io ho scritto questo:

dopo averci maneggiato
lungo le schiene di colpa
ci piegano destini in mano
mancina, a noi con un filo
di lama dentro che ferisce
da lungi, e le ginocchia
non trovano che fughe nel fuori
dove la salinità ci tiene in veglia
non potremo però mai sentirci canaglia

Masaccio - La cacciata di Adamo ed Eva

Masaccio – La cacciata di Adamo ed Eva

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MANIFATTURE POETICHE N. 5

16 domenica Mar 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Poesia

≈ 1 Commento

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alberto fiastrelli, La Tribù dalle pupille ardenti, macerata, manifatture

Il quinto maceratese o limitrofo di cui parliamo nelle Manifatture è Alberto Fiastrelli, anch’egli appartenente o fiancheggiatore o oppositore interno della Tribù dalle Pupille Ardenti. Questo suo atteggiamento personale ha un riflesso scritto, per cui ogni posizione di stallo o di soddisfazione cede nelle riflessioni e conseguentemente nei testi alla dinamicità cogitans che spezza ogni vincolo precostituito in un’affermazione orgogliosa di alterità anche verso l’identità. Questa convinzione imperterrita di Fiastrelli si esplica ogni volta che si tenta di attribuire una fisionomia riconoscibile ai versi che battono sul loro tamburo con dissonanze del ritmo o sciabolate di senso che svegliano il lettore/ascoltatore. Non manca comunque la volontà di edificare, di assemblare e mostrare, anche mediante il senso ludico/ironico della scrittura, un oggetto che, sebbene oscuro o oscurante, rischiari.

MISTERO
La sua voce è scialle di seta
imperturbata come un Adriatico turchese
getto l’orecchio come rete
s’acciottolano i pensieri che posso cogliere

dal bruno dissolto est
placido come ogni paura
percorsa a metà
l’onda corta che sussurra
senza risacche

* * *

FRAGILE

Negli alveari di velina
sentire i rientri operai
attraverso le fessure costali

una carica che si implode

chiudersi fino a che punto attanaglia
puntellare la pena propria
ogni giorno orfano di quiete serale
la sospensione istitutrice invischia ai
plasma confliggenze laterali

e mi abbandono stordito prima
quando suda la milza
da apocalisse irrimediata
lampioni e finestroni dan la cera all’universo
ad occhi chiusi
per il riflesso incavo
cerco una strada

* * *

ANNESSO E CONNESSO

Noi chi chiedo a te
nome all’ombra
niente fango sulle scarpe

e non volevi vento e
inquadrato a cerchio
non ascolterai con orecchio favole

da quando nessuno che aspetti
che stia aspettando
senza scadenze

baci barattoli ai contatti
contati
col giorno di festa
il sorriso a festa
sull’agenda del sorriso
un giorno di meno
una fine di più

dove altro andare
a cosa poi tornerai?

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MANIFATTURE POETICHE N. 2

01 sabato Feb 2014

Posted by Marco Di Pasquale in Critica, Discussione, La Tribù dalle pupille ardenti, Poesia

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La Tribù dalle pupille ardenti, macerata, matteo chiurchiù, monte san giusto

Nuova puntata della rubrica dedicata ai compagni di scritture poetiche nel maceratese, che stavolta vede protagonista Matteo Chiurchiù, schivo e promettente autore di Monte San Giusto, amico con cui condivido da un decennio l’intensa esperienza della bottega di scrittura La Tribù dalle Pupille Ardenti. I suoi versi si distinguono per la particolare asciuttezza e precisione, dispiegandosi su un ricordo, un’immagine, una prospettiva, trasfigurati dalla riflessione profonda sul senso di comunità, di percorso unanimemente affrontato che denominiamo Storia. La sua è una poesia dall’alto valore civile, nell’accezione più intima e morale del termine, che s’innalza nella vertigine della semplicità del testimoniare la propria ed altrui vicenda umana.

Si riprese dalla voglia
di fuggire sotto i tavoli
dalla vita rubata con gli spicci
non ebbe rifugio
né schiaffi né padroni
in una notte fuori la finestra

Se le pagine senza letizia
avessero saputo dei salti
sarebbe morto di vergogna

Era uno spasmo
ogni ritorno

* * *

Il secondo cuore di Dio
batteva l’assenza fisica del padre
e ne fece uno spericolato

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Prima o poi inserirò il mio curriculum vitae, anche se odio schedarmi. Mi piace molto di più parlare a braccio della mia vita, dei miei gusti, di tutto ciò cui non riesco a fare a meno. Piano piano riempirò questo ritaglio con qualche notizia. Intanto, potrete leggermi dentro le mie poesie...

ACCETTARE L’INVERNO


il fruscio secco della luce
attraversa ogni ramo
stormisce tra le ciglia
scantonando dietro le pupille
al bordo delle impressioni
un mattino inalato a fondo
raschia di tosse
le traiettorie sbieche
di cori natalizi a tangere la terra
che disfa sotto al gelo
brucia l’attesa in angoli di silenzio
dove accettare l’inverno

…

sulla strada rovina ogni proposito
nessun abside ad accogliere preghiere
volatili come foglie attardate
a stuzzicare il vento


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