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amante, arte, ebreo errante, fruttero, l'amante senza fissa dimora, lucentini, mondadori, senza fissa dimora, venezia
Bastano poche parole, perché non c’è nulla da dire di troppo, quando incontri un buon libro. E se ti trovi a leggere un romanzo di Fruttero & Lucentini, non puoi che stare tranquillo: stai spendendo più che bene il tuo tempo e la tua intelligenza. L’amante senza fissa dimora, capitatomi per caso tra le mani per uno scambio di libri usati, è un piccolo, discreto gioiello, una storia ordinaria e proprio per questo preziosa, che nel finale si tramuta in una parabola fantastica sul tempo e sulle sue astute, deliziose trappole.
Soprattutto, un amore che si dipana per le calli ed i campielli della città per innamorati in viaggio di nozze per antonomasia, Venezia, che però viene descritta da un punto di vista più disincantato e decadente, autunnale e struggente. Gli autori, con la loro tipica prosa affascinante e arguta, di solida struttura e di mirabile volteggio, vi catturano in una riflessione sulle proporzioni con cui l’uomo è costretto a venire a patti, in fatto di tempo e di spazio, e su come a volte la meraviglia e l’abbandono siano le uniche peculiarità che possano illuminarci la vita.
Lo si trova facilmente anche usato, quindi accettate il mio consiglio: leggetelo!